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Il gangstalking, o stalking organizzato, è un fenomeno che ha suscitato grande dibattito e confusione negli ultimi anni. Esso si riferisce alla presunta esperienza di essere sorvegliati e molestati da un gruppo organizzato di individui. Le vittime ritengono di essere seguite, monitorate e ostacolate nella loro vita quotidiana da una rete segreta di persecutori.

I sostenitori di queste teorie affermano che gli attacchi possono includere molestie verbali, sabotaggio della vita lavorativa, manipolazione dei social media, e sorveglianza costante tramite tecnologie moderne come GPS o telecamere nascoste. Gli attacchi vengono percepiti come concertati e organizzati, spesso con un obiettivo psicologico preciso: destabilizzare la vittima, ridurla in uno stato di vulnerabilità emotiva e fisica, e, in alcuni casi, portarla a compiere scelte autodistruttive.

Tuttavia, il gangstalking si muove in un’area grigia tra realtà e percezione. Psicologi e studiosi di salute mentale sottolineano che molti dei sintomi riportati dalle presunte vittime possono sovrapporsi a disturbi come la paranoia o il disturbo delirante persecutorio. Alcuni esperti suggeriscono che il gangstalking potrebbe essere una manifestazione moderna di ansia sociale o una reazione estrema all’aumento delle tecnologie di sorveglianza nella vita quotidiana.

In un’epoca di crescente controllo digitale e preoccupazioni per la privacy, non sorprende che alcune persone possano sentirsi sorvegliate. Ma distinguere tra reale molestia e percezione soggettiva è la sfida principale per comprendere appieno il fenomeno del gangstalking.


Articolo 2: Il Ruolo della Tecnologia nel Gangstalking: Realtà o

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